GEOGRAFIE DELL’OLTRE
Non essere morte
se vuol dire che mi trascuri
che mi sveglio e si sveglia
con me solo la spina acuminata
dell’assenza. Voglio che tu sia
carezza, sospensione prima
di un abbraccio, corrente.
Trascinami verso di te
come facevi con le parole
sobria brillandole una a una:
sono ‑
proprio ‑
contenta –
che –
tu –
sia –
qui –
Come dentro le tue mani ospitali
le mie inezie si tramutavano
in doni grandi.
Sei uno sciame di nulla?
Semini luce?
Sei nella direzione dei gerani rossi?
Sei me?
Prendimi teneramente
nella memoria scalza
nella tua anima di filo forte
nell’invisibile rete:
anch’io
anch’io
senza significati,
sedia impagliata,
teiera,
rubinetto che sgocciola
anch’io
tutto.
È subito il tempo della vita?
Cosa vuol dire mai?
Mandami in sogno parole lunghe
lunghissime
che manchi il tempo
per pronunciarle.
Mandami parole.
Che bacino le labbra.
Pensa, la relazione di ora
questa nuova faccia
dell’amore,
la chiamano lutto.
Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore,
Einaudi 2014
M.C. Escher, Vincolo di unione, 1956