L’Occidente vive un’epoca di grande benessere, mai conosciuto prima in alcun periodo storico o latitudine geografica. Gli indicatori che rendono evidente questo cambiamento epocale sono l’aumento della qualità della vita garantito a un numero crescente di persone e l’estensione delle aspettative di vita di ognuno. Malattie un tempo mortali, oggi sono facilmente guaribili con antibiotici, vaccini e chemioterapie. I comportamenti igienici appresi grazie alle scoperte scientifiche, ci hanno addirittura permesso di attraversare una pandemia che avrebbe potuto essere letale come la cosiddetta spagnola, contenendo al massimo i danni. L’influenza che piagò il mondo esattamente cento anni fa causò un numero di vittime impressionante, stimato tra i 30 e i 50 milioni, addirittura maggiore di quello della grande guerra che si consumava nel frattempo. Peraltro pare che la stessa infezione si sia diffusa a causa degli spostamenti dall’Oriente di manodopera per le industrie belliche, quindi potremmo considerare le perdite causate dal virus un effetto della guerra stessa.
Il rapido progresso in Occidente è stato raggiunto in pochi anni, dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando abbiamo imparato che le scelte di pace sono preferibili a quelle di guerra e che la medicina aiuta più di qualsiasi magia o miracolo a stare in salute. Appreso questo, il tempo e la qualità della vita sono cresciuti in misura esponenziale.
Uno degli effetti collaterali – se così possiamo chiamarlo – di questa trasformazione della vita sociale è stato il trionfo della bellezza, del piacere di vivere godendo del presente. Le attività che guadagnano maggiore successo sono infatti quelle che fanno perno sulla valorizzazione dei gusti e delle esperienze, riducendo al minimo lo stress richiesto per ottenere appagamento. L’industria dei desideri è forse la più prolifica ed è in grado di produrre incessantemente immagini e modelli di comportamento irresistibilmente attraenti.
Per leggere l’intervista completa clicca qui: https://mohre.it/memento-mori-tra-education-for-death-e-death-education/