Abstract
Questo articolo si basa su uno studio qualitativo di interazioni e negoziati relativi a domande esistenziali in un reparto ECEC con bambini dai 3 ai 6 anni, come parte di uno studio empirico più ampio sullo stesso argomento. Nel curriculum dedicato all’Early Childhood Education and Care (ECEC, Educazione e cura della prima infanzia) del 2017 del Ministero per l’Educazione e la Ricerca norvegese, un requisito dichiarato richiede al personale di esplorare e farsi domande domande esistenziali insieme ai bambini. Questo articolo evidenzia come una passeggiata in un cimitero locale con i suoi artefatti materiali che fungono da strumenti culturali può aprire un contesto nuovo per l’interazione e la negoziazione in merito alla morte come questione esistenziale. La teoria socioculturale del ruolo dell’attività mediata nell’apprendimento di Vygotsky e la teoria della “multivoicedness” di Bakhtin formano il quadro per l’interpretazione, assieme alla teoria a tre livelli degli artefatti di Wartofsky. Il metodo impiegato per verificare i dati è l’osservazione partecipante attraverso l’utilizzo di una videocamera portatile.
(…) Nello studio empirico di Testoni et al. sulla death education intervention (2019), i bambini di cinque anni spiegarono una dimensione trascendentale in questo modo: ‘un potere che viene dall’interno’, ‘una luce che puoi vedere ad occhi chiusi e sentire con il cuore’ o ‘una cosa intima che puoi sentire’ (339).
(…) 85. Testoni, Ines, Claudia Cordioli, Elisa Nodari, Eva Zsak, Gaia Luisa Marinoni, Daniele Venturini, and Andrea Maccarini. 2019. “Language re-Discovered: A Death Education Intervention in the net Between Kindergarten, Family and Territory.” Italian Journal of Sociology of Education 11 (1): 331–346.
Per visualizzare l’articolo cliccare il link Gravestones, zombies and dead siblings: graveyards as artefacts for children’s existential questions