X EDIZIONE MASTER 2018

Contenuti del Master 2017/2018

Interdisciplinarità e transdisciplinarità caratterizzano l’intero curriculum formativo, pur mantenendo una cogente unità di saperi, nel rispetto della centralità della persona. I contenuti vengono quindi declinati mantenendo presente la ricerca di senso che la vita assume dinanzi alla morte. Per questo motivo sono previsti momenti di incontro, confronto e discussione con specialisti che presentano la loro opera di ricerca e studio, ma sono garantite anche esperienze guidate negli spazi sociali in cui il tema della morte viene apertamente considerato.

INSEGNAMENTI

LA MORTE E LA TERRA

Severino affronta l’originario tema dell’essere a partire da Parmenide e discutendo come l’indicazione dell’eternità sia stata tradita dando origine al pensiero occidentale, indicato come essenzialmente nichilista. Il filosofo affronterà il rapporto tra angoscia nichilista e rappresentazioni della morte, considerata come annientamento della cosa, peraltro già pensata dall’Occidente come niente. Riflettendo sull’opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in comune, il filosofo mostra la sostanziale impossibilità del divenire e quindi del morire. Dato che l’essere è, e non può mai diventare un nulla, ogni essente è eterno. A partire da questa necessità, il filosofo indicherà come ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo sono eterni e come il divenire temporale non può, quindi, che rappresentare l’apparire successivo degli eterni stati dell’essere.

EMANUELE SEVERINO – UNIVERSITÀ VITA E SALUTE SAN RAFFAELE

FILOSOFIA DEL MISTERO: DAL SACRO ALLA RELIGIONE

Dal sacro l’uomo tende a tenersi lontano, come sempre accade di fronte a ciò che si teme, e al tempo stesso ne è attratto. Questo rapporto ambivalente è l’essenza di ogni religione che recinge l’area del sacro, in modo da garantirne la separazione e il contatto.

UMBERTO GALIMBERTI – UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI VENEZIA

MUSICA E TRASCENDENZA DINANZI AL MORIRE

Musica e morte intessono da sempre tra loro un rapporto privilegiato. La natura asemantica e processuale del suono consente infatti di indagare in profondità le reazioni emotive e cognitive suscitate dal lutto. Una nuova ontologia della speranza si apre grazie alla sublimazione beethoveniana del pathos e alla visionarietà onirica chopiniana.

DOCENTE DA INCARICARE

PSICOLOGIA DELLE RELAZIONI DI AIUTO

L’attività formativa si colloca all’interno delle strategie socio-relazionali mediante le quali gli individui affrontano e cercano di gestire il negativo dell’esistenza, rappresentato dalla sofferenza fisica e/o psicologica. I modelli d’aiuto identificati dalla psicologia sociale saranno usati come mappe concettuali per offrire contributi formativi alle pratiche d’aiuto.

ADRIANO ZAMPERINI – UNIVERSITÀ DI PADOVA

PSICONCOLOGIA

Elementi di psico-oncologia: analisi degli studi e delle pratiche più rilevanti, tra qualità della vita e psicologia. Rassegna sulle ricerche relative agli effetti del cancro sulla salute psicologica e del ruolo dei fattori relazionali e sociali sui comportamenti che possono influenzare il processo della malattia e sulla sua remissione.

LUIGI GRASSI – UNIVERSITÀ DI FERRARA

ABILITÀ DI COUNSELING NELLA GESTIONE DEL FINE VITA E DEL LUTTO

Lo scopo di questo insegnamento è di presentare l’utilizzo delle abilità di counseling nella gestione delle problematiche emotive nel fine vita e nell’elaborazione emotiva del lutto. Saranno insegnati, sia da un punto di vista teorico sia pratico-applicativo, le tecniche e le abilità costitutive del counseling. In particolare, saranno approfonditi temi quali l’empatia e l’ascolto attivo, il colloquio non direttivo, le caratteristiche del counselor efficace (accettazione, autenticità e comprensione empatica), gli atteggiamenti scorretti e gli errori comuni da evitare, come porre le domande, le varie tipologie di riformulazione (eco, riformulazione semplice, parafrasi e riassunto, riformulazioni più complesse).

VINCENZO CALVO – UNIVERSITÀ DI PADOVA

ANTROPOLOGIA CULTURALE DELLA TANATOLOGIA

In ambito antropologico e tanatologico, i ricercatori hanno descritto vari e interessanti fenomeni inerenti alla morte e al morire. Queste lezioni propongono una discussione sugli aspetti fondamentali che caratterizzano la ricerca antropologica culturale sulla morte. Descrizione e analisi di usi e costumi, con particolare attenzione ai territori del nord-est europeo.

AMEDEO BOROS – UNIVERSITÀ DI PADOVA

FINE – VITA, PALLIAZIONE E PSICONCOLOGIA: MODELLI DI INTERVENTO E RICERCA

Il corso propone una analisi dell’esperienza multidimensionale della sofferenza nel paziente oncologico in fase avanzata; gli elementi di terapia del dolore e ipnosi; le rappresentazioni della morte a seconda delle situazioni psicologico-relazionali; le cure palliative, la continuità assistenziale e la libertà per il malato di scegliere dove morire; l’approccio psico-sociale in oncologia.

LORENZO SIMONATO– UNIVERSITÀ DI PADOVA

ELEMENTI DI SOCIOLOGIA, FILOSOFIA DELLA RELIGIONE E TEOLOGIA

Il corso verte sugli elementi di base della teoria dei sistemi applicata alla religione e su una serie di chiavi di lettura per distinguere la dinamica antropologica del “legarsi” dai differenti “legami” che qualificano gli orientamenti, sempre tenendo presente la prospettiva del confronto con il problema (o il mistero) della morte.

VINCENZO PACE – UNIVERSITÀ DI PADOVA

NARRARE LA MORTE E METODI E TECNICHE PER LA RICERCA QUALI-QUANTITATIVA ED ETNOGRAFICA

L’etnografia è un metodo di ricerca qualitativa spesso usato nelle scienze sociali, in particolare in antropologia, in sociologia e in psicologia sociale/clinica. E’ spesso usato per raccogliere dati relativi ai gruppi umani e alle società. I dati sono raccolti attraverso la partecipazione attiva, l’intervista, questionati. Gli obiettivi etnografici descrivono dunque la natura di coloro che sono studiati (soggetti e usi). In queste lezioni viene presentato il metodo etnografico e il modo per elaborare statisticamente i dati testuali raccolti con interviste e questionari. Queste lezioni propongono un’introduzione ai metodi dell’analisi statistica dei dati testuali e una panoramica sui software recenti disponibili.

ARJUNA TUZZI – UNIVERSITÀ DI PADOVA

SALUTE, CORPO E AUTODETERMINAZIONE:
DAL CONSENSO ALLE QUESTIONI DEL FINE VITA

Per comprendere le questioni relative alla fase terminale della vita, è necessario partire da temi più generali, quali l’idea di salute, i diritti sul proprio corpo e gli scopi e i limiti del trattamento medico. Malgrado l’assenza di una legge, in Italia, che regoli tali questioni, l’elaborazione giurisprudenziale ha indicato chiaramente quali siano i principi dai quali non si può prescindere nella regolazione giuridica di questa materia: un’idea globale di salute, che risulti in ultima analisi anche dalla percezione che ognuno ha di sé e della propria vita; l’habeas corpus, inteso qui come il diritto a rifiutare un intervento sul nostro corpo da noi non desiderato; le caratteristiche della relazione di cura, che deve essere ispirata ai principi di proporzionalità e appropriatezza, la libertà, l’integrità, l’identità e la dignità del malato, che deve poter avere l’ultima parola su ciò che desidera sia fatto o non fatto sul proprio corpo, anche esprimendosi per situazioni future. In questo quadro, risulta più chiaramente comprensibile il rifiuto della cura (anche salvavita) e la sua differenza sostanziale con le pratiche eutanasiche e di suicidio assistito nonché il dovere, etico e deontologico, per l’equipe medica di non iniziare o di sospendere un trattamento non proporzionato. La riflessione proposta intende dunque analizzare le principali questioni etiche e giuridiche sulle decisioni di fine della vita, anche in prospettiva di una futura regolamentazione della materia.

VINCENZO DURANTE– UNIVERSITÀ DI PADOVA

PSICOLOGIA DEL CICLO DI VITA E COMPRENSIONE DELLA MORTE

La morte è il centro di molte tradizioni e organizzazioni, e configura tutte le visioni del mondo che danno senso alla vita. Molte di queste riguardano il rapporto tra vita e oltre-vita, nonché la disposizione del corpo in funzione di queste rappresentazioni. Le modalità di rappresentare questo rapporto cambia però anche in funzione del ciclo di vita.Le rappresentazioni della morte infatti non sono sempre uguali nel ciclo di vita degli individui. Cambiano a seconda dell’età e a seconda delle situazioni psicologico-relazionali vissute in determinati contesti. Un buon intervento di death education non può prescindere da queste competenze.

RENZO VIANELLO – UNIVERSITÀ DI PADOVA

PSICOTANATOLOGIA E DEATH EDUCATION:
RIPENSARE IL MORIRE IN OCCIDENTE

La cultura occidentale contemporanea mostra un quasi completo disinteresse rispetto al tema della morte. Questo è vero non solo per la popolazione generale, ma include anche l’universo della ricerca scientifica e dell’intervento professionale. La sola ragione per cui è possibile comprendere questo diniego massivo è legato a fattori culturali che caratterizzano il pensiero occidentale che reprime questa area di riflessione. Il corso considera gli aspetti simbolici della morte e come questi orientano le azioni della vita individuale e sociale, quotidiana e nella storia. Per un verso, vengono analizzati i processi di co-costruzione dei significati condivisi e i vissuti affettivo-emotivi che ad essi si collegano; per l’altro verso viene messa in evidenza la loro struttura logico-ontologica contraddittoria e il relativo legame con il dolore. Esperienze di role-playing e dinamica di gruppo vengono utilizzate per esemplificare gli aspetti teorici considerati.

INES TESTONI – UNIVERSITÀ DI PADOVA

LA MORTE NEL PENSIERO FILOSOFICO E TEOLOGICO

L’insegnamento presenta la discussione filosofica e razionale che nel Novecento ha caratterizzato la ricerca intorno al senso della morte e del morire. Viene preso in considerazione il pensiero dei maggiori filosofi e teologi che hanno caratterizzato questo periodo storico.

CARLO SCILIRONI – UNIVERSITÀ DI PADOVA

SPIRITUALITÀ, TRASCENDENZA E MEDITAZIONE.
LE TECNICHE TRADIZIONALI DI PREPARAZIONE ALLA MORTE

Sin da tempi molto antichi il mistero della morte è stato affrontato avvalendosi di percorsi esperienziali e simbolici, attraverso i quali era possibile comprendere e in qualche modo anticipare alcuni aspetti di quell’evento. Si tratta di un insieme di tecniche che nella loro essenza sono alla base dei principali modelli di pratiche meditative. Molto spesso le scuole portatrici di queste esperienze meditative si qualificavano come “scuole” di allenamento al morire, e ne danno testimonianza le iniziazioni arcaiche, i Misteri Eleusini, la meleté thanatou dei filosofi e le varie pratiche cristiane a partire dai Sacramenti dell’Iniziazione. Nel corso si esaminano i percorsi di preparazione alla morte attraverso pratiche meditative presenti nelle grandi tradizioni, soffermandosi in particolare sulle tecniche adottate nell’Età Classica, nell’Estremo Oriente e nel mondo celtico; si mostra inoltre come alcune di queste tradizioni siano sopravvissute nel primo Cristianesimo. Vengono infine analizzate alcune tradizioni cristiane di preparazione alla morte, mostrando aspetti “tecnici” dei percorsi proposti. La metodologia utilizzata prevede sia lezioni teoriche che momenti esperienziali costituiti da tecniche di respirazione, visualizzazioni e pratiche meditative: in questo modo si possono acquisire alcuni strumenti utili nelle pratiche di accompagnamento.

GUIDALBERTO BORMOLINI – PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

 LA FAMIGLIA DI FRONTE ALLA MORTE

Verranno esaminati i seguenti argomenti:

  • I diversi tipi di morte: aborti, morti perinatali, morti di bambini di diverse età, di adolescenti e di giovani adulti, adulti come genitori e come coppia, anziani.
  • Morti attese, morti non previste ed imprevedibili, morti violente e morti coperte dalla vergogna.
  • L’organizzazione ed il contesto.
  • Tempo di resilience, rabbia, dolore, depressione e lutto.
  • L’imprevedibile ripresa della vita famigliare in diverse direzioni.

GRAZIELLA FAVA VIZZIELLO – UNIVERSITÀ DI PADOVA

ESPERIENZE DI PRE-MORTE E NON ORDINARIE.
LA RELAZIONE MENTE-CERVELLO

La morte cerebrale rappresenta la fine di ogni nostro contenuto mentale o possiamo ipotizzarne una continuità? La risposta in questa domanda ha implicazioni rilevanti rispetto alla concezione della morte e delle cosiddette esperienze eccezionali, ad esempio sogni premonitori, visione o sogni di persone decedute, ecc.

ENRICO FACCO – UNIVERSITÀ DI PADOVA

LA RELAZIONE MENTE-CERVELLO. IMPLICAZIONI RISPETTO AL FINE VITA E ALLE COSIDETTE ESPERIENZE ECCEZIONALI

La morte cerebrale rappresenta la fine di ogni nostro contenuto mentale o possiamo ipotizzarne una continuità? La risposta in questa domanda ha implicazioni rilevanti rispetto alla concezione della morte e delle cosidette esperienze eccezionali, ad esempio sogni premonitori, visione o sogni di persone decedute, ecc.

PATRIZIO TRESSOLDI – UNIVERSITÀ DI PADOVA

STORIA DELLA MORTE, DELLE FORME DEL MORIRE
E DELLA RITUALITÀ FUNEBRE

Nelle società arcaiche la morte era un fatto collettivo: si viveva insieme, si condivideva la vita tutta. Il tema della morte è la riflessione di come i vivi si rapportano ad essa, di come temono, sfidano, o accettano il proprio morire, di come piangono, seppelliscono, ricordano, onorano o dimenticano i propri morti.

FRANCESCO DE CEGLIA – UNIVERSITÀ DI BARI

DAL SUICIDIO AL LUTTO TRAUMATICO:
STRATEGIE DI INTERVENTO E PREVENZIONE

Aumentare la consapevolezza sul problema del suicidio e fornire sostegno psicologico alle persone con ideazioni suicidaria o che tentano il suicidio e fornire sostegno psicologico alla rete sociale delle persone che si sono suicidate è un compito sociale. I dati statistici sui tentati suicidi sono allarmanti e non solo nelle fasce sociali ad alto rischio.

DIEGO DE LEO – GRIFFITH UNIVERSITY (Australia)

PSICOLOGIA DELL’INVECCHIAMENTO

Saranno affrontate tematiche relative ai cambiamenti cognitivi, emotivi e fisici (normali e patologici) nella terza età, alla loro valutazione in un’ottica multidimensionale e ai principali approcci teorici che hanno tentato di spiegarli. Si approfondirà inoltre il ruolo dell’ambiente nell’invecchiamento (careving e servizi per anziani) e la gestione di eventi stressanti quali il dolore e la morte.

ROSSANA DE BENI – UNIVERSITÀ DI PADOVA

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