Contenuti del Master 2018/2019
Interdisciplinarità e transdisciplinarità caratterizzano l’intero curriculum formativo, pur mantenendo una cogente unità di saperi, nel rispetto della centralità della persona. I contenuti vengono quindi declinati mantenendo presente la ricerca di senso che la vita assume dinanzi alla morte. Per questo motivo sono previsti momenti di incontro, confronto e discussione con specialisti che presentano la loro opera di ricerca e studio, ma sono garantite anche esperienze guidate negli spazi sociali in cui il tema della morte viene apertamente considerato.
INSEGNAMENTI
LA MORTE E LA TERRA
Severino affronta l’originario tema dell’essere a partire da Parmenide e discutendo come l’indicazione dell’eternità sia stata tradita dando origine al pensiero occidentale, indicato come essenzialmente nichilista. Il filosofo affronterà il rapporto tra angoscia nichilista e rappresentazioni della morte, considerata come annientamento della cosa, peraltro già pensata dall’Occidente come niente. Riflettendo sull’opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in comune, il filosofo mostra la sostanziale impossibilità del divenire e quindi del morire. Dato che l’essere è, e non può mai diventare un nulla, ogni essente è eterno. A partire da questa necessità, il filosofo indicherà come ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo sono eterni e come il divenire temporale non può, quindi, che rappresentare l’apparire successivo degli eterni stati dell’essere.
EMANUELE SEVERINO – UNIVERSITÀ VITA E SALUTE SAN RAFFAELE
FILOSOFIA DEL MISTERO: DAL SACRO ALLA RELIGIONE
Dal sacro l’uomo tende a tenersi lontano, come sempre accade di fronte a ciò che si teme, e al tempo stesso ne è attratto. Questo rapporto ambivalente è l’essenza di ogni religione che recinge l’area del sacro, in modo da garantirne la separazione e il contatto.
UMBERTO GALIMBERTI – UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI VENEZIA
TECNICHE DI PSICODRAMMA BIBLICO
Il metodo psicodrammatico è uno strumento efficace per: – cogliere in profondità, ad un livello “terapeutico e spirituale”, il messaggio del testo biblico, la buona notizia; – comprendere il legame tra la storia narrata nel testo e la propria vita: il testo fa da specchio e dà dignità alla vita di ciascuno aprendole orizzonti nuovi di speranza e viceversa la vita di ciascuno diventa essa stessa strumento per la comprensione del testo. Attraverso l’utilizzo dei Metodi d’Azione e, in particolare, dello Psicodramma Biblico, si conduce il gruppo a sperimentare l’itinerario spirituale di un personaggio biblico segnato da una ineludibile e imminente condanna a morte. A ciascuno è richiesta a disponibilità a mettersi in gioco ed a sperimentare su di sé la metodologia proposta.
GIUSEPPE BERTAGNA – COMPAGNIA DI GESU’
PSICOLOGIA DELLE RELAZIONI DI AIUTO
L’attività formativa si colloca all’interno delle strategie socio-relazionali mediante le quali gli individui affrontano e cercano di gestire il negativo dell’esistenza, rappresentato dalla sofferenza fisica e/o psicologica. I modelli d’aiuto identificati dalla psicologia sociale saranno usati come mappe concettuali per offrire contributi formativi alle pratiche d’aiuto.
ADRIANO ZAMPERINI – UNIVERSITÀ DI PADOVA
PSICONCOLOGIA
Elementi di psico-oncologia: analisi degli studi e delle pratiche più rilevanti, tra qualità della vita e psicologia. Rassegna sulle ricerche relative agli effetti del cancro sulla salute psicologica e del ruolo dei fattori relazionali e sociali sui comportamenti che possono influenzare il processo della malattia e sulla sua remissione.
LUIGI GRASSI – UNIVERSITÀ DI FERRARA
ABILITÀ EMPATICHE E ASCOLTO RISPETTOSO NELLA TERMINALITA’ E NEL LUTTO
Lo scopo di questo insegnamento è di presentare l’utilizzo delle abilità empatiche di ascolto rispettoso nella terminalità e nel lutto. Gli argomenti principali sono: l’ascolto rispettoso, atteggiamento non direttivo, accettazione, autenticità, comprensione empatica, gli atteggiamenti da evitare, come fare domande e riformulazioni.
VINCENZO CALVO – UNIVERSITÀ DI PADOVA
ANTROPOLOGIA CULTURALE DELLA TANATOLOGIA
In ambito antropologico e tanatologico, i ricercatori hanno descritto vari e interessanti fenomeni inerenti alla morte e al morire. Queste lezioni propongono una discussione sugli aspetti fondamentali che caratterizzano la ricerca antropologica culturale sulla morte. Descrizione e analisi di usi e costumi, con particolare attenzione ai territori del nord-est europeo.
AMEDEO BOROS – UNIVERSITÀ DI PADOVA
FINE – VITA, PALLIAZIONE E PSICONCOLOGIA: MODELLI DI INTERVENTO E RICERCA
Il corso propone una analisi dell’esperienza multidimensionale della sofferenza nel paziente oncologico in fase avanzata; gli elementi di terapia del dolore e ipnosi; le rappresentazioni della morte a seconda delle situazioni psicologico-relazionali; le cure palliative, la continuità assistenziale e la libertà per il malato di scegliere dove morire; l’approccio psico-sociale in oncologia.
GUIDO BIASCO – UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
ELEMENTI DI SOCIOLOGIA, FILOSOFIA DELLA RELIGIONE E TEOLOGIA
Il corso verte sugli elementi di base della teoria dei sistemi applicata alla religione e su una serie di chiavi di lettura per distinguere la dinamica antropologica del “legarsi” dai differenti “legami” che qualificano gli orientamenti, sempre tenendo presente la prospettiva del confronto con il problema (o il mistero) della morte.
VINCENZO PACE – UNIVERSITÀ DI PADOVA
NARRARE LA MORTE E METODI E TECNICHE PER LA RICERCA QUALI-QUANTITATIVA ED ETNOGRAFICA
L’etnografia è un metodo di ricerca qualitativa spesso usato nelle scienze sociali, in particolare in antropologia, in sociologia e in psicologia sociale/clinica. E’ spesso usato per raccogliere dati relativi ai gruppi umani e alle società. I dati sono raccolti attraverso la partecipazione attiva, l’intervista, questionati. Gli obiettivi etnografici descrivono dunque la natura di coloro che sono studiati (soggetti e usi). In queste lezioni viene presentato il metodo etnografico e il modo per elaborare statisticamente i dati testuali raccolti con interviste e questionari. Queste lezioni propongono un’introduzione ai metodi dell’analisi statistica dei dati testuali e una panoramica sui software recenti disponibili.
ARJUNA TUZZI – UNIVERSITÀ DI PADOVA
SALUTE, CORPO E AUTODETERMINAZIONE:
DAL CONSENSO ALLE QUESTIONI DEL FINE VITA
Per comprendere le questioni relative alla fase terminale della vita, è necessario partire da temi più generali, quali l’idea di salute, i diritti sul proprio corpo e gli scopi e i limiti del trattamento medico. Malgrado l’assenza di una legge, in Italia, che regoli tali questioni, l’elaborazione giurisprudenziale ha indicato chiaramente quali siano i principi dai quali non si può prescindere nella regolazione giuridica di questa materia: un’idea globale di salute, che risulti in ultima analisi anche dalla percezione che ognuno ha di sé e della propria vita; l’habeas corpus, inteso qui come il diritto a rifiutare un intervento sul nostro corpo da noi non desiderato; le caratteristiche della relazione di cura, che deve essere ispirata ai principi di proporzionalità e appropriatezza, la libertà, l’integrità, l’identità e la dignità del malato, che deve poter avere l’ultima parola su ciò che desidera sia fatto o non fatto sul proprio corpo, anche esprimendosi per situazioni future. In questo quadro, risulta più chiaramente comprensibile il rifiuto della cura (anche salvavita) e la sua differenza sostanziale con le pratiche eutanasiche e di suicidio assistito nonché il dovere, etico e deontologico, per l’equipe medica di non iniziare o di sospendere un trattamento non proporzionato. La riflessione proposta intende dunque analizzare le principali questioni etiche e giuridiche sulle decisioni di fine della vita, anche in prospettiva di una futura regolamentazione della materia.
VINCENZO DURANTE– UNIVERSITÀ DI PADOVA
PSICOLOGIA DEL CICLO DI VITA E COMPRENSIONE DELLA MORTE
La morte è il centro di molte tradizioni e organizzazioni, e configura tutte le visioni del mondo che danno senso alla vita. Molte di queste riguardano il rapporto tra vita e oltre-vita, nonché la disposizione del corpo in funzione di queste rappresentazioni. Le modalità di rappresentare questo rapporto cambia però anche in funzione del ciclo di vita.Le rappresentazioni della morte infatti non sono sempre uguali nel ciclo di vita degli individui. Cambiano a seconda dell’età e a seconda delle situazioni psicologico-relazionali vissute in determinati contesti. Un buon intervento di death education non può prescindere da queste competenze.
RENZO VIANELLO – UNIVERSITÀ DI PADOVA
PSICOTANATOLOGIA E DEATH EDUCATION:
RIPENSARE IL MORIRE IN OCCIDENTE
La cultura occidentale contemporanea mostra un quasi completo disinteresse rispetto al tema della morte. Questo è vero non solo per la popolazione generale, ma include anche l’universo della ricerca scientifica e dell’intervento professionale. La sola ragione per cui è possibile comprendere questo diniego massivo è legato a fattori culturali che caratterizzano il pensiero occidentale che reprime questa area di riflessione. Il corso considera gli aspetti simbolici della morte e come questi orientano le azioni della vita individuale e sociale, quotidiana e nella storia. Per un verso, vengono analizzati i processi di co-costruzione dei significati condivisi e i vissuti affettivo-emotivi che ad essi si collegano; per l’altro verso viene messa in evidenza la loro struttura logico-ontologica contraddittoria e il relativo legame con il dolore. Esperienze di role-playing e dinamica di gruppo vengono utilizzate per esemplificare gli aspetti teorici considerati.
INES TESTONI – UNIVERSITÀ DI PADOVA
LA MORTE NEL PENSIERO FILOSOFICO E TEOLOGICO
L’insegnamento presenta la discussione filosofica e razionale che nel Novecento ha caratterizzato la ricerca intorno al senso della morte e del morire. Viene preso in considerazione il pensiero dei maggiori filosofi e teologi che hanno caratterizzato questo periodo storico.
CARLO SCILIRONI – UNIVERSITÀ DI PADOVA
SPIRITUALITÀ, TRASCENDENZA E MEDITAZIONE.
LE TECNICHE TRADIZIONALI DI PREPARAZIONE ALLA MORTE
Sin da tempi molto antichi il mistero della morte è stato affrontato avvalendosi di percorsi esperienziali e simbolici, attraverso i quali era possibile comprendere e in qualche modo anticipare alcuni aspetti di quell’evento. Si tratta di un insieme di tecniche che nella loro essenza sono alla base dei principali modelli di pratiche meditative. Molto spesso le scuole portatrici di queste esperienze meditative si qualificavano come “scuole” di allenamento al morire, e ne danno testimonianza le iniziazioni arcaiche, i Misteri Eleusini, la meleté thanatou dei filosofi e le varie pratiche cristiane a partire dai Sacramenti dell’Iniziazione. Nel corso si esaminano i percorsi di preparazione alla morte attraverso pratiche meditative presenti nelle grandi tradizioni, soffermandosi in particolare sulle tecniche adottate nell’Età Classica, nell’Estremo Oriente e nel mondo celtico; si mostra inoltre come alcune di queste tradizioni siano sopravvissute nel primo Cristianesimo. Vengono infine analizzate alcune tradizioni cristiane di preparazione alla morte, mostrando aspetti “tecnici” dei percorsi proposti. La metodologia utilizzata prevede sia lezioni teoriche che momenti esperienziali costituiti da tecniche di respirazione, visualizzazioni e pratiche meditative: in questo modo si possono acquisire alcuni strumenti utili nelle pratiche di accompagnamento.
GUIDALBERTO BORMOLINI – PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO
LA METAFISICA DELLA MORTE
Possiamo pensare la morte? E in che misura è possibile “prepararsi a morire”? A partire da queste domande, la lezione intende trattare il tema della morte quale la cifra del paradosso del pensiero e della nostra finitezza esistenziale, ovvero come quell’evento irrimediabile e irrevocabile in grado di svelare il “non-sintetizzabile per eccellenza” che abita il cuore dell’uomo. Questi temi saranno presentati e discussi in riferimento alla tradizione filosofica francese del ventesimo secolo, che ha trova nella “metafisica della morte” uno dei suoi momenti fondamentali.
ILARIA MALAGUTI – UNIVERSITÀ DI PADOVA
ESPERIENZE DI PRE-MORTE E NON ORDINARIE.
LA RELAZIONE MENTE-CERVELLO
La morte cerebrale rappresenta la fine di ogni nostro contenuto mentale o possiamo ipotizzarne una continuità? La risposta in questa domanda ha implicazioni rilevanti rispetto alla concezione della morte e delle cosiddette esperienze eccezionali, ad esempio sogni premonitori, visione o sogni di persone decedute, ecc.
ENRICO FACCO – UNIVERSITÀ DI PADOVA
LA RELAZIONE MENTE-CERVELLO. IMPLICAZIONI RISPETTO AL FINE VITA E ALLE COSIDETTE ESPERIENZE ECCEZIONALI
La morte cerebrale rappresenta la fine di ogni nostro contenuto mentale o possiamo ipotizzarne una continuità? La risposta in questa domanda ha implicazioni rilevanti rispetto alla concezione della morte e delle cosidette esperienze eccezionali, ad esempio sogni premonitori, visione o sogni di persone decedute, ecc.
PATRIZIO TRESSOLDI – UNIVERSITÀ DI PADOVA
STORIA DELLA MORTE, DELLE FORME DEL MORIRE
E DELLA RITUALITÀ FUNEBRE
Nelle società arcaiche la morte era un fatto collettivo: si viveva insieme, si condivideva la vita tutta. Il tema della morte è la riflessione di come i vivi si rapportano ad essa, di come temono, sfidano, o accettano il proprio morire, di come piangono, seppelliscono, ricordano, onorano o dimenticano i propri morti.
DAL SUICIDIO AL LUTTO TRAUMATICO:
STRATEGIE DI INTERVENTO E PREVENZIONE
Aumentare la consapevolezza sul problema del suicidio e fornire sostegno psicologico alle persone con ideazioni suicidaria o che tentano il suicidio e fornire sostegno psicologico alla rete sociale delle persone che si sono suicidate è un compito sociale. I dati statistici sui tentati suicidi sono allarmanti e non solo nelle fasce sociali ad alto rischio.
DIEGO DE LEO – GRIFFITH UNIVERSITY (Australia)
PSICOLOGIA DELL’INVECCHIAMENTO
Saranno affrontate tematiche relative ai cambiamenti cognitivi, emotivi e fisici (normali e patologici) nella terza età, alla loro valutazione in un’ottica multidimensionale e ai principali approcci teorici che hanno tentato di spiegarli. Si approfondirà inoltre il ruolo dell’ambiente nell’invecchiamento (careving e servizi per anziani) e la gestione di eventi stressanti quali il dolore e la morte.
ROSSANA DE BENI – UNIVERSITÀ DI PADOVA