#14# Dimore di quiete

GEOGRAFIE DELL’OLTRE

 

Può il corpo, minuscola mollica nel silenzio risoluto dell’universo, farsi dimora di quiete? 

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Dunque, sapiente
è il corpo,
che sa morire e consegnare
alla luce, mostrare
i denti piegare le due sponde
delle labbra, lacrimare
solo o faccia a faccia
sanguinare e spaccarsi
e dire parlare dire instancabilmente
parlare inascoltato.

Dunque, tra il silenzio risoluto
dell’universo,
il suo nessuno che ama,
sentimento vertiginoso e tenero
che si sprigiona
come neve equanime
e spassionata, bella,
su noi distratti,

e il mondo folgorato
e nero, nel fuoco di pianura,
il mondo patetico di scintilline
nella notte della visione aerea
di noi impastati di fango,
inadatti al volo sospesi
tra le bombe, dunque
tra tu universo e tu mondo
non c’è che il corpo, questa

minuscola mollica di pane,
questa fucina di passione
e quiete, sipario
delicato tra vuoto
e vuoto. Spiccati dall’universo,
sminuzzati dal mondo,
il corpo è terra madre
postura raccolta per il balzo.

Dunque, solo il corpo
è patria e dimora
di noi spiumati
e senza casa,
il corpo sa,
di muschio e nulla,
di essere immenso
di contenerlo
sa.

Chandra Livia Candiani

Immagine: Melancholia, un film di Lars von Trier

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